Hatha Yoga
L’Hatha Yoga è una disciplina spirituale indiana che, con grande rigore scientifico, si prefigge l’obiettivo di interrompere le dolorose fluttuazioni della mente e dis-identificare la coscienza dalle continue modificazioni che subisce dalle forze di natura.
Lo scopo nobile e raffinato di questo “processo di liberazione” viene definito SAMADHI ed è (o dovrebbe essere!) la finalità di un praticante di Hatha Yoga.
In altri termini, il “voler morire” a questa vita attraverso un consapevole e rigoroso superamento di tutti gli attaccamenti fisici, emotivi-affettivi, psichici che rendono tristemente condizionata la nostra amata esistenza.
Per compiere questo percorso, si utilizza come strumento fondamentale il corpo umano, a partire dalla sua fisiologia organica fino agli strati energetici più sottili, attraverso la pratica di:
ASANA
Posizioni stabili, adeguate al grado di potenza e di flessibilità del praticante, mantenute nel tempo. La durata dell’asana consente al corpo di comprendere la vitalità della posizione specifica. E di aprirsi ad essa, purificando le componenti energetiche sottili maggiormente stimolate.
MUDRA
Letteralmente “sigilli” o “gesti” – del capo, delle mani, dei piedi, del corpo intero – che attivano in modo specifico aree energetiche sensibili, fondamentali per consentire il passaggio dei “soffi vitali”.
BANDHA
Letteralmente “contrazioni” o “chiusure” dei 3 diaframmi fondamentali (perineo; diaframma toracico; laringe) allo scopo di potenziare i passaggi energetici fondamentali.
PRANAYAMA
Insieme di tecniche respiratorie e posturali che stimolano e regolano il flusso di PRANA, soffio o “spirito” vitale che dà origine al corpo sottile e sostiene il corpo organico.
MANTRA
La recitazione dei mantra è di fondamentale importanza per rendere la pratica efficace da un punto di vista tecnico (la vibrazione del mantra ha lo scopo di potenziare il lavoro fisico-energetico promosso dalle posizioni). Inoltre, getta ottime base per il processo successivo di “sedazione” del pensiero attivo.
RILASSAMENTO
Attraverso la postura definita del “cadavere” (SHAVASANA) si ottiene piena consapevolezza del lavoro psico-fisico-energetico svolto durante la pratica consentendo ad essa di penetrare a livelli più profondi dell’essere.