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MANTRA – LA TEORIA DELLA PRATICA

(Demetra Devi)

Il mantra è suono, è parola e potenza. Espressione non concettualizzata.
Il suo elemento più caratteristico è che non può essere tradotto perché la sua forza sta nell’essere carico di sacro potere vibratorio spirituale e volerlo “spiegare” lo trasferirebbe in una condizione intellettuale umana limitata.
Nella ripetizione mantrica si mantiene vivo il metro, il ritmo con cui i suoni vengono intonati: la metrica precisa tesse un’onda densa entro la quale la coscienza del praticante è spinta a muoversi.
La ripetizione mantrica viene considerata come tecnica per “equalizzare” le onde-pensiero, altrimenti vaganti e dispersive.

L’onda sonora è la frequenza in cui siamo costantemente immersi.
La parola è vibrazione ed è il primo strumento per dare forma al pensiero.
Secondo i Veda, tutta la realtà si manifesta attraverso Rupa (forma) e Nama (nome), forma e vibrazione.

Attraverso suoni precisi e parole si evoca il livello di coscienza con il quale ci si vuole connettere; il potere della parola sacralizzata provoca modificazioni in tutto il nostro essere che si allinea sulla base dello schema proposto dalla stessa vibrazione mantrica.
Questo può avvenire solo se si mette in atto un lavoro di decondizionamento mentale.
Infine, è importante ricordare che la vibrazione, il suono, ha un potenziale creativo elevatissimo.
Il verbo (la parola) crea la materia secondo l’ordine divino (Dharma), se nasce da una mente pura in connessione con lo spirito vivente.

Tutti i mantra sono stati uditi dai saggi-veggenti in trans-meditativa ed esprimono energie altamente creative che lavorano sia sul corpo fisico che sui corpi sottili contribuendo a mantenere in vita l’esistente.

Esistono diversi modi di recitare un mantra:
  • recitato ad alta voce -maggiore enfasi al suono emesso e al ritmo personale del respiro
  • bisbigliato/sussurrato – maggiore enfasi al ritmo ipnotico
  • col pensiero – maggiore enfasi all’interiorizzazione del suono

Lo strumento che si utilizza per la recitazione è il Mala o rosario costituito da 108 grani di semi, di legno di sandalo o tulsi o basilico indiano (considerati legni sacri) oppure di pietra.
Non ha importanza la pregiatezza dei grani utilizzati per il Mala, l’unica cosa da salvaguardare è che siano sempre di materiale naturale e non sintetico!

In ambito religioso, i mantra solitamente vengono musicati e recitati cantando sulla base di una melodia che può sovrapporsi alla metrica tradizionale con cui il mantra viene recitato oppure distaccarsi completamente ed essere completamente diversa.

In questo caso i mantra cantati prendono il nome di Kirtan o Bhajan e hanno scopo devozionale e aggregativo; infatti, di solito vengono cantati in gruppo per rafforzarne l’identità religiosa ed evocare sentimenti di gioia, armonia, cordialità. Sono meno adatti a scopo puramente meditativo perché la melodia ed il ritmo cantato coinvolgono piani dell’essere più emotivi e sentimentali che “attivano” pensieri, ricordi, suggestioni.

I mantra recitati a fine meditativo devono condurre a piani dell’essere più rarefatti, distaccati e ridurre il più possibile il coinvolgimento della mente inferiore (emotiva, psicologica, razionale).

Esistono Mantra:
  1. dal valore Soggettivo – sono la maggior parte, rispettano la regola dell’intonazione e si basano sulla devozione dell’adepto ad una qualche forma divina. Sono mantra che appartengono alla tradizione religiosa brahamanica (devota a Brahma),  vishnuita (devota a Vishnu/Krishna), shivaita (devota a Shiva/Ganesh), sikh, buddhista ecc.  Sono mantra veri e propri, con una metrica precisa, ripetuti un numero finito di volte (solitamente 108 volte, oppure la metà > 54 volte oppure, un terzo > 27 volte o multipli di 9, divisore di 108).
  2. dal valore Oggettivo – sono in numero minore, per lo più di origine vedica (più antichi). Non c’è una divinità-simbolo di riferimento e la devozione è rivolta verso l’Assoluto indefinito o alcuni aspetti del Creato. Un esempio importante di mantra oggettivi sono i Bija-Mantra (mantra-seme) dei Chakra.

Esempi di Mantra Soggettivi

Mantra della tradizione brahmanica (devota a Brahma)

Om Vedathmanaya Vidmahe

Hiranya Garbhaya Dheemahi

Thanno Brahma Prachodayath

Mantra della tradizione vishnuita (devota a Vishnu/Krishna)

I) Om Namo Bhagavate Vasudevaya

II) Hare Krishna Hare Krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare

Mantra della tradizione shivaita (devota a Shiva/Ganesh)

I) Om Namah Shivaya

II) Om Gam Ganapataye Namah

Mantra della tradizione Sikh

I) Om Namo Guru Dev Namo

II) Rama Dasa Sa Se So Ong

Mantra della tradizione buddhista tibetana

I) Om Mani Padme Hum

II) Om Tare Tuttare Ture So Ha


Esempi di Mantra Oggettivi

OM

So Ham

Tat Tuam Asi

Krim Hrim Klim

Hari Om Tat Sat

Aham Brahmasmi

Lam – Vam – Ram – Yam – Ham – Om


Esercizio: Om Pranava Pranayama

  1. Respirare lentamente e profondamente, in modo consapevole e controllato, con ritenzioni naturali al termine sia dell’inspirazione sia dell’espirazione che dovrebbero essere di uguale durata. Si inspira dalle narici e si espira dalla bocca.
  2. Continuare a respirare lentamente e profondamente, in modo consapevole e controllato. Si inspira dalle narici e si espira dalla bocca recitando OM per tutta la durata dell’espirazione.
  3. Continuare a respirare e a recitare portando l’attenzione sulle aree coinvolte dalla vibrazione: il suono O che vibra nel torace, il suono Mmm che risuona nella testa.

by Demetra Devi – 27/01/2022